Andy Warhol: arte commerciale o una denuncia alla manipolazione?
Il rinomato Andrew Warhola, o meglio conosciuto come Andy Warhol, il padre indiscusso della “pop art”, colui che da oltre trent’anni predomina ininterrottamente lo scenario artistico mondiale, presenterà per la prima volta un’ampia selezione delle sue maggiori opere come le note serigrafie fotografiche seriali dei principali volti dello spettacolo americano degli anni 50/60 o i cimeli della storia del rock statunitense all’interno del maestoso edificio Centro culturale Altinate, San Gaetano (PD).
In principio adibito a convento, dedicato a San Gaetano, dei teatini, dal 1874 è proprietà del Comune di Padova il quale, vista l’inestimabile ricchezza di storia e cultura che conserva la città, si impegna a informare, promuovere e divulgare l’arte e la cultura in tutte le sue sfaccettature.
Lo scopo principale della Fondazione Mazzoleni è quello di valorizzare luoghi storici e prestigiosi come ville d’epoca, castelli e chiese, organizzando eventi pubblici e privati attraverso esposizioni di opere pittoriche, scultoree e fotografiche di autori di caratura internazionale, al fine di coinvolgere gli appassionati d’arte e non, portando collezioni importanti in località turistiche, lussuose e numerose importanti città d’arte Italiane. Da qui nasce infatti la coesione tra le due realtà.
Si crea così un dialogo tra arte e religiosità: Warhol, dietro la sua filosofia provocatoria e corriva in cui semplici barattoli alimentari assumevano il ruolo di vere e proprie muse ispiratrici, celava l’immagine di un uomo timido ed elusivo dedito alla fede e alla preghiera, valore acquisito dalla devota madre Julia negli anni trascorsi in Pennsylvania e con un’abilità comunicativa non comune.

La sua profondità d’animo e lungimiranza, cavalcando anche l’onda del potere della comunicazione diffusasi in quegli anni in cui il più banale degli oggetti diventava indispensabile per l’opinione pubblica per la semplice capacità televisiva di assicurare allo spettatore una rendita di posizione, l’hanno portato all’esordio in questa nuova era consumistica.
Riproducendo in copie identiche il soggetto fino a svuotarlo di significato per rimandare a questo atteggiamento volto al soddisfacimento indiscriminato di bisogni non essenziali, in cui anche gli esseri umani sembravano essere tutti uguali e privi di peculiarità, utilizzando peraltro colori di forte contrasto, stesi in campiture piatte e in modo approssimativo quasi per creare confusione, rumore… riesce a descrivere come è il mondo di oggi che tende a rendere prodotti e persone consumabili e manipolabili da tutti.

Un azzardo che, malgrado le molteplici contestazioni dagli esperti di quei tempi, i quali definivano l’arte di Warhol come fredda e non convenzionale, ha istituito una nuova arte in cui l’artista diviene per la prima volta imprenditore di sé stesso e non porta traccia del sublime ma ha una mera funzione di riempimento in cui ogni cosa diviene raffinata.
Alessandra Mazzoleni












